Nonostante una ragguardevole vivacità culturale che movimentava Trieste nei tempi asburgici in cui ogni novità musicale veniva attesa con impazienza, ora le pagine contemporanee (e il termine si riferisce alla maggior parte della produzione del ventesimo secolo) suscitano solitamente poco interesse presso il pubblico del capoluogo giuliano. La storica Società dei Concerti triestina, tuttavia, azzarda in collaborazione con il Festival di musica concentrazionaria e degenerata “Viktor Ulmann” una serata la cui prima parte è interamente dedicata ai brani novecenteschi di tre autori, tra cui due scomparsi nei campi di concentramento nazisti. Senza benché la minima intenzione di implicare le rivendicazioni storiche né di impostare l’aura di un pathos tragico, questa tranche del concerto è semplicemente tesa a rivelare la bellezza e la qualità delle per lo più trascurate pagine di Erwin Schulhoff (Praga 1894 – Weissenburg 1942) e Pavel Haas (Brno 1899 – Auschwitz 1944), di cui sono proposti, rispettivamente, i Cinq études de jazz e il Quartetto n. 2 op. 7 “Dalle montagne della scimmia”. Il pianista veneziano Alessandro Taverna affronta autorevolmente le cinque dilettevoli bagatelle, che denunciano una profonda conoscenza jazzistica dell’autore, esaltando la varietà e vivacità degli schemi ritmici e conferendo all’esecuzione una levigata scioltezza e l’adeguato spirito.
I giovani membri del Quartetto Lyskamm, fondato nel 2008 nell’ambito del Conservatorio di Milano, si abbandonano all’icastico e per certi versi autobiografico brano di Haas con grande percettibilità e coinvolgimento, assorbendo l’attenzione della concentratissima platea grazie a questa genuina immedesimazione con la partitura, mentre la dimensione tecnica e la precisione nell’intonazione rimangono aperti a qualche ulteriore perfezionamento. Nell’ultimo movimento del Quartetto, Cecilia Ziano, Clara Franziska Schötensack (violini), Francesca Piccioni (viola) e Giorgio Casati (violoncello) vengono affiancati dal percussionista torinese Simone Rubino, strepitoso e applauditissimo interprete dell’esigente pezzo di Iannis Xenakis (Brăila 1922 – Parigi 2001) Rebonds B. Il secondo tempo è nel segno del Quintetto con pianoforte in mi bemolle maggiore op. 44 di Schumann. I Lyskamm e Taverna ne offrono un’elegante e suggestiva lettura, equilibrata in ogni senso, con alcuni passaggi particolarmente ben riusciti, ma rimane l’impressione che un brano moderno avrebbe concluso la serata in maniera più incisiva.
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