Plano e Taverna al Festival di Portogruaro
Quando in un solo concerto si esibiscono due abili interpreti, si è quasi portati a cedere alle lusinghe di inutili confronti. Sebbene il programma si articoli essenzialmente in due Concerti pianistici di Mozart, fortuna vuole che allo strumento si alternino Roberto Plano e Alessandro Taverna, entrambi legati da una irrefrenabile passione verso il bianco e il nero, al punto da risultare allo stesso modo in antitesi per approccio e respiro musicale. E’ il Portogruaro Festival, giunto alla 35° edizione, a nominarli protagonisti di una simpatica ricerca sull’identità musicale di Mozart – dal titolo Cercando Amadé – sul palco allestito nel Cortile delle Milizie del Castello di S. Giusto di Trieste, accompagnati dalla Kremerata Baltica Chamber Orchestra, che festeggia quest’anno il 20° anniversario.
Così il pianista in camicia, il primo, sin nell’introduzione orchestrale del Concerto k 414, sfoggia un particolare gusto per una solida articolazione che si rivela ancora più evidente nell’esordio solistico: ogni singola nota assume una precisione e una forza, calcolata al punto da far emergere vistosamente la natura virtuosistica dell’opera. Persino la discorsività dell’Andante si piega alla sua volontà. Dalla morbilità degli archi ecco imporsi la brillantezza di un tocco sicuro ed energico, capace di scandagliare con coerenza i singoli movimenti per potersi poi esibire con estrosa vivacità nelle cadenze.
Per il musicista con la giacca, invece, il suono del pianoforte si eleva da quello degli archi su nuances più tenue nei passaggi di accompagnamento, arricchite da raffinata eleganza nell’enunciazione solistica. L’ascolto non viene imposto, bensì sollecitato. Così nell’Andantino del K 449 il pianoforte plasma il suo timbro al servizio dell’orchestra, laddove passaggi ornamentali richiamano virtualmente quello dei fiati, prima di farsi stringente sotto lo stimolo di una dizione articolatissima sebbene molto sottile. Caratteristiche che si sono riversate anche nella scelta dei fuori programma, uno tra i più quotati remix della Marcia alla Turca per il pianista in camicia, le Variazioni pianistiche su un tema di Telemann di Max Reger, per il musicista con la giacca.
Il concerto è stato replicato la sera successiva al Teatro Russolo per il Festival Internazionale di Musica di Portogruaro.
Alberto Massarotto
http://www.giornaledellamusica.it/rol/?id=5602
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