L’Orchestra di Padova e del Veneto omaggia Gian Francesco Malipiero nel cinquantennale della morte. E lo fa con due sue composizioni che sottolineano altrettanti aspetti peculiari della sua opera e della sua personalità: la riscoperta e la trasfigurazione del passato e la malinconica ironia che permea la sua musica tanto quanto la sua copiosa produzione letteraria. Temi cui si ispirano anche le opere di Richard Strauss e Johannes Brahms che completano il programma in un una sorta di dialogo a distanza. Alla Vivaldiana iniziale, elaborazione sinfonica su musiche di Antonio Vivaldi del 1952 che rispetta la sostanza e la struttura degli originali, risponde Brahms con le variazioni orchestrali su un antico canto processionale austriaco citato in un Divertimento allora erroneamente attribuito ad Haydn. Evidenziano invece il lato più ironico sia di Malipiero sia di Strauss i due brani centrali. La straussiana Burleske, opera giovanile nata come Scherzo, sprigiona un’energia che pare incontenibile soprattutto nella parte pianistica, qui affidata al virtuosismo di Alessandro Taverna, nella quale gli ultimi echi del Romanticismo sono pervasi di un humor sottile dichiarato già dal tema principale introdotto dai timpani, mentre la successiva Sinfonia dell’ahimè di Malipiero, tra melodie meditabonde, toni delicati e passaggi concitati, trova il suo titolo nel terzo movimento, quando le trombe sovrastano le percussioni con due suoni che imitano l’esclamazione.