L’eccellente solista Alessandro Taverna e l’orchestra di casa ci regalano una serata davvero di qualità
(Traduzione dalla lingua slovena)
TRIESTE – La prima parte della Stagione Sinfonica del Teatro Verdi si è conclusa con un concerto di musica francese, che comprendeva sia i concerti per pianoforte di Ravel sia due composizioni prodotte come balletto. Direttore d’orchestra è Paolo Longo, un maestro che è direttore di scena nel teatro stesso, e in Francia si è affermato come direttore e compositore. La settimana scorsa abbiamo ammirato la superba tecnica pianistica con cui Giuseppe Albanese ha suonato entrambi i concerti di Franz Liszt, questa volta abbiamo potuto godere della deliziosa, elegante e raffinata interpretazione con cui Alessandro Taverna ha dato di entrambi i capolavori di Ravel creati tra il 1929 e il 1931. Il Concerto per la mano sinistra fu commissionato da Paul Wittgenstein, fratello del famoso filosofo Ludwig, che perse la mano destra nella prima guerra mondiale: tra le serie di compositori che accettarono l’incarico di Wittgenstein, Ravel è il più geniale, ha usato l’handicap e trasformato il vincolo in una sfida. Naturalmente, l’abilità con cui ha scritto un pezzo che da solo conteneva sia la melodia che l’accompagnamento e esattamente con lo stesso valore di fronte all’orchestra è sorprendente, e il compositore ha creato una tavolozza di colori intelligente in cui gli strumenti scorrono in composti affascinanti , dalla profondità del basso alle sorprendenti proposte dei fiati.
Alessandro Taverna, che come Albanese è professore al Conservatorio Tartini di Trieste e che, allo stesso tempo, ha una carriera internazionale di grande successo, nel dialogo con l’orchestra ha mostrato una fantasia e una musicalità che hanno dato affascinanti sfumature all’interpretazione, e ancora più affascinante è stata l’esecuzione con cui è stato illustrato il Concerto in Sol: una ricchezza di sfumature dinamiche, agogiche molto sensibili e intelligenti; siamo rimasti piacevolmente molto colpiti dall’esecuzione nel suo insieme,, nè possiamo ignorare il contributo dell’orchestra, in cui un numero di solisti si è esibito anche nei passaggi più difficili, e sotto la guida affidabile di Longo si sono fusi quasi perfettamente con il solista. Gli applausi tempestosi hanno portato via alcuni minuti, con l’esecezuione di Play Piano Play, scritta dall’indimenticabile maestro Friedrich Guida, dall’andamento swing.
Ci si aspettava che la seconda parte del concerto non ci regalasse le emozioni trasmesse dai capolavori di Ravel in un’ottima interpretazione, ma l’ascolto è stato piacevole, dal momento che Claude Debussy è anche un grande maestro nell’applicazione di strati di colore: Jeux – poema danzante , come lo chiama l’autore, conferma l’abilità e l’originalità del maestro, che, proprio come Ravel, aveva una grande padronanza della tastiera e dell’orchestrazione, e anche qui arriva anche la lode all’orchestra, che ha chiaramente distinto la partitura e ne ha ben eseguito i colpi di scena. Il programma è stato concluso da Albert Roussel, che ha disegnato una conclusione più breve tra due opere giganti: la sua Suite No. 2 op. 43. Dallo spirito impressionista, i balletti di Bacco e Arianna si addentrano in una dimensione quasi wagneriana, ma nel frattempo il loro impulso prende il via con temi più miti che sono stati ammirevolmente presi dai solisti, tra i suonatori di fiati e archi.
Il lunghissimo applauso ha premiato il direttore e l’orchestra, che ci hanno regalato una serata davvero buona con un eccellente solista, e dobbiamo aspettare fino al 14 febbraio per il prossimo concerto, quando si esibirà l’eccellente violinista Anna Tifu. Fuori abbonamento, il concerto d’autunno di domani sarà dedicato a Mozart e sarà eseguito da ospiti giapponesi: il direttore Takayuki Yamasaki e la pianista Ingrid Fuzjko Hemming.
Katja Kralj
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