Talento e virtuosismi, Taverna conquista la platea del Savoia


01/03/2015 – Talento e virtuosismi, Taverna conquista la platea del Savoia

Amici Della Musica. Un talento e un virtuosismo incredibili quelli del pianista Alessandro Taverna che ieri, 28 febbraio 2015, si è esibito al teatro Savoia nell’ambito della stagione dei concerti dell’associazione Amici della Musica Walter De Angelis di Campobasso.

Anche se giovanissimo Taverna si è esibito in tutto il mondo nelle più importanti sale musicali dopo essersi affermato in prestigiosi concorsi pianistici e nel 2012 gli è stato consegnato al Quirinale dall’ex presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, il “Premio Sinopoli”, per meriti artistici e per la sua carriera internazionale. Inoltre ha tenuto molteplici seminari di tecnica pianistica e numerosi masterclass fra cui il “Bowdoin International Music Festival”, la “Willamette University” di Salem, la “Potchefstroom University” e la “St John University” di York e dal 2013 è docente di pianoforte principale al conservatorio “L. Perosi” di Campobasso.

Una serata emozionante con una selezione musicale sublime che ha pienamente conquistato il numerosissimo pubblico del Savoia fin dalle prime note; il primo brano proposto da Taverna è stato “Sonata n. 3 in si minore op. 58” di Frédéric Chopin, in cui è presente tutto il personale materiale sonoro del compositore polacco fatto di toni emozionali e drammatici, espressi da ripetuti contrasti dinamici che garantiscono all’opera uno spiccato carattere lirico.
Dopodiché la scelta è caduta sulla “Sonata n. 2 in si bemolle minore op. 36” di Sergej Rachmaninov, un’opera di grande complessità musicale, scritta nel 1913 e poi rielaborata con alcuni tagli nel 1931, per renderla più accessibile e adeguata all’esecuzione di fronte al pubblico.
Intensa e dalla forte carica suggestiva anche l’opera di Maurice Ravel “Gaspard de la nuit”, una raccolta poetica dal sottotitolo “Trois poèmes pour piano d’après Aloysius Bertrand” che si articola appunto in tre momenti e narra storie diaboliche e infernali.
«Il primo dei tre pezzi, “Ondine”, è caratterizzato da continue ondulazioni sonore che rievocano l’incessante movimento dell’acqua – come si legge nella guida all’ascolto – l’elemento naturale nel quale vive la ninfa del lago il cui canto è una melodia malinconica, accompagnata da pregevoli arpeggi […] In “Le gibet”, ovvero la forca, il compositore intende esprimere il macabro scenario di un’impiccagione. Il lugubre penzolio del corpo, il rintocco della campana, rivivono attraverso gli accordi ripetuti con insistenza, in un’atmosfera macabra e spettrale. Nel finale una serie di accordi in tempo lentissimo evocano il suono di campana a morto.
La fantasia pianistica raveliana raggiunge invece combinazioni sonore più audaci e spericolate nel terzo pezzo, “Scarbo”, che si contraddistingue per il carattere energico e vitale proprio come il folletto notturno, vispo e dispettoso, che appare e scompare continuamente».
Il concerto si è concluso con il brano del 1921 di Igor Stravinsky, “Trois mouvements de Petrouchka”, ispirato all’omonimo balletto e dedicato al grande pianista Arthur Rubinstein.
Questa particolare opera è rinomata per la sua enorme difficoltà tecnica e musicale, infatti tutti e tre i movimenti che la compongono – “Danse russe”, “Chez Pétrouchka” e “La semaine grasse” – sono caratterizzati da salti selvaggi e rapidi, poliritmie complesse e scale estremamente veloci; non a caso “Trois mouvements de Petrouchka” è ritenuta tra i più celebrati modelli di virtuosismo pianistico in grado di far brillare le qualità tecniche e armoniche del suo esecutore.

Valentina Di Biase

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